Ecco cosa può peggiorare il cancro: la risposta che ti sorprenderà

Molti fattori noti e meno noti possono effettivamente peggiorare la progressione del cancro o aumentare la probabilità che un tumore già presente si sviluppi in modo più aggressivo. Questo fenomeno non dipende solo dalla biologia intrinseca delle cellule tumorali, ma anche da una complessa interazione tra genetica, ambiente, abitudini di vita, alimentazione e stress psicosociale. Alcuni aspetti, spesso sottovalutati o fonte di sorprese, giocano un ruolo cruciale nell’aggravare la malattia e nella difficoltà di ottenere una risposta positiva alle terapie.

Fattori genetici e ambientali: un binomio spesso inesorabile

La predisposizione genetica rappresenta una componente essenziale nel determinare non solo il rischio di sviluppare un tumore, ma anche la sua velocità di progressione e la sua aggressività. La presenza di specifiche mutazioni ereditate dai genitori o dai nonni, come nei geni BRCA1 e BRCA2 nel carcinoma mammario, può influenzare significativamente il decorso della malattia e la risposta alle terapie. Tuttavia, i soli fattori genetici raramente bastano a spiegare un peggioramento improvviso: è l’interazione con l’ambiente a innescare spesso le reazioni più virulente.

Tra i fattori ambientali più incisivi vi sono l’esposizione a agenti chimici cancerogeni nell’ambito lavorativo o domestico, il contatto prolungato con sostanze come l’amianto, il benzene, le radiazioni ionizzanti e alcune sostanze presenti in pesticidi e vernici. La sinergia tra esposizione ambientale e predisposizione genetica può condurre a una maggiore tendenza del tumore a diffondersi, aumentare la resistenza ai trattamenti e favorire la comparsa di metastasi.

Alimentazione: cosa può favorire la crescita del cancro?

L’alimentazione riveste un ruolo centrale non solo nella prevenzione, ma anche nella progressione di molti tipi di cancro. Numerosi studi scientifici hanno ormai dimostrato che un consumo eccessivo di carne rossa o carni lavorate – come insaccati e salumi – è correlato a un aumento significativo del rischio di cancro al colon-retto. Al contempo, una dieta povera di fibre e calcio e un basso apporto di frutta e verdura riducono la capacità dell’organismo di contrastare lo sviluppo e la progressione tumorale.

Alcuni alimenti possono inoltre influire sulla farmacocinetica dei farmaci antitumorali, riducendone l’efficacia o promuovendo stati infiammatori sistemici che favoriscono il microambiente necessario alla proliferazione delle cellule cancerose. Ecco una breve lista dei comportamenti alimentari associati a una peggiore prognosi:

  • Consumo elevato di carne rossa e carni trasformate
  • Scarso apporto di fibre vegetali
  • Bassa assunzione di frutta e verdura fresca
  • Elevato consumo di zuccheri raffinati e bevande zuccherate
  • Alimentazione ricca di grassi saturi

Questi fattori non solo aumentano le probabilità di sviluppare nuovi tumori, ma possono agire come promotori della crescita in quelle cellule neoplastiche già presenti, accelerando la progressione della malattia o rendendola più resistente a chemioterapia e radioterapia.

L’alcol: un “peggioratore” sottovalutato

Il consumo di alcol rappresenta uno degli elementi più sorprendentemente sottovalutati nella relazione con il peggioramento della malattia oncologica. Uno studio del 2019 ha evidenziato che l’alcol è tra i principali fattori di rischio per nuovi casi di cancro e può accelerare significativamente la progressione, soprattutto in quei soggetti già affetti da neoplasie. Per le donne, l’alcol si configura come il terzo fattore di rischio, mentre per gli uomini è il quarto.

Spesso si tende a minimizzare il rischio associato al consumo di moderate quantità di alcol, attribuendo invece il danno solo agli abusi pesanti. Tuttavia, è ormai chiaro che anche quantità limitate, ma assunte regolarmente, possono favorire mutazioni cellulari, aumentare l’infiammazione cronica dei tessuti e alterare la risposta immunitaria. Alcuni dati sottolineano come, nei tumori già diagnosticati, il consumo continuativo di alcol possa facilitare la recidiva e la formazione di metastasi, specie nei casi di tumori della cavità orale, esofago, fegato e mammella.

Stress cronico, sistema immunitario e progressione tumorale

Sebbene meno intuitivo, il ruolo dello stress cronico, della depressione e dei fattori psicosociali nella progressione del cancro è stato ampiamente studiato negli ultimi anni. Il corpo umano, sottoposto a uno stato di stress prolungato, produce ormoni come la norepinefrina e i glucocorticoidi, che possono avere effetti deleteri sulle cellule tumorali e sul microambiente vicino al tumore.

Secondo recenti ricerche, la norepinefrina favorisce l’angiogenesi, ovvero la creazione di nuovi vasi sanguigni che nutrono il tumore, e stimola la formazione di metastasi. Al tempo stesso, numerosi studi condotti su modelli animali e umani mostrano che lo stress cronico attiva i neutrofili (cellule immunitarie) che in certe condizioni possono “difendere” il tumore, aiutandolo a “eludere” il sistema immunitario. Inoltre, i glucocorticoidi rilasciati durante lo stress impediscono l’apoptosi (morte programmata delle cellule tumorali) e aumentano la resistenza dei tumori ai farmaci antineoplastici.

In pratica, la gestione emotiva e psicologica del paziente oncologico è una componente ormai considerata fondamentale anche nei programmi terapeutici, proprio perché i livelli elevati e prolungati di stress possono peggiorare in modo significativo il quadro clinico e la qualità della vita.

Altri comportamenti che influiscono negativamente

  • Sedentarietà: uno stile di vita sedentario riduce il metabolismo basale e i meccanismi anti-infiammatori naturali
  • Esposizione a infezioni: alcune infezioni croniche (come i virus dell’epatite B e C, il papillomavirus umano) sono associate all’aggravamento di certi tumori
  • Fumo di tabacco: oltre a causare il cancro, il fumo può peggiorare le patologie oncologiche esistenti e aumentare la tossicità della terapia
  • Scarsa qualità del sonno: influisce negativamente sulle difese immunitarie

Infine, è fondamentale ricordare che la presenza di uno o più di questi fattori di rischio non implica in modo deterministico un peggioramento certo: ogni paziente rappresenta un caso a sé, con proprie vulnerabilità fisiche e psicologiche. Tuttavia, l’evidenza scientifica evidenzia come intervenire sugli stili di vita, sulla dieta, sulla riduzione dello stress e sull’esposizione ad agenti nocivi sia essenziale non solo nella prevenzione, ma anche nella gestione della malattia oncologica, aumentando la probabilità di un decorso più favorevole e una migliore qualità della vita.

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