Cos’è il tessuto non tessuto: ecco la curiosità che fa chiarezza

Il tessuto non tessuto rappresenta una delle innovazioni più significative nel settore dei materiali tecnici e tessili, tanto da aver acquisito un ruolo centrale in moltissime applicazioni quotidiane e industriali. A differenza dei tessuti tradizionali, la sua struttura, la sua modalità di produzione e le sue proprietà lo rendono unico e versatile, offrendo soluzioni pratiche e spesso poco conosciute, ma di grande impatto.

Origine e definizione del materiale

Il termine “tessuto non tessuto”, noto anche con l’acronimo TNT (in inglese “nonwoven”), descrive genericamente un materiale industriale che, pur avendo un aspetto simile ai tessuti convenzionali, viene ottenuto tramite procedimenti che escludono sia la tessitura che la maglieria. Nei tessuti tradizionali, infatti, la struttura nasce dall’intreccio sistematico di fili di ordito e trama su un telaio, o dalla lavorazione a maglia che coinvolge anelli di filato. Il tessuto non tessuto, invece, è prodotto a partire da un velo di fibre unite tra loro mediante tecniche meccaniche, chimiche o termiche, senza dover passare attraverso la filatura o l’intreccio.

Questa struttura innovativa consente di ottenere un materiale con caratteristiche simili ai tessuti come resistenza, leggerezza e traspirabilità, ma con costi produttivi e tempi di lavorazione notevolmente ridotti rispetto ai tessili tradizionali. Nonostante la denominazione, il tessuto non tessuto può impiegare sia fibre sintetiche come polipropilene, poliestere o viscosa, sia, meno frequentemente, fibre naturali come il cotone idrofilo (ovatta) e il feltro.

Processi produttivi: dalla fibra al materiale finale

La produzione del tessuto non tessuto si differenzia radicalmente dai metodi impiegati per i tradizionali tessuti. Mentre nei tessili il filato è il primo elemento da cui si parte, nei non tessuti non si lavora quasi mai un filato, ma fibre sciolte e separate, che vengono successivamente legate tra loro senza alcun tipo di tessitura.

I principali processi di produzione includono:

  • Legame meccanico: le fibre sono intrecciate o agugliate tra loro sfruttando forze fisiche, come nel caso dei processi “needlepunch” e “spunlace”.
  • Legame termico: in questo caso, le fibre vengono legate attraverso il calore che ne scioglie parzialmente la superficie, facendole aderire l’una all’altra in modo stabile.
  • Legame chimico: viene ottenuto applicando resine o altre sostanze che fungono da collante, consolidando il velo di fibre e conferendogli maggiore compattezza ou resilienza.
  • Questi procedimenti consentono di adattare il tessuto non tessuto a una vasta gamma di impieghi, selezionando le fibre più adatte e calibrando lo spessore, la porosità e le caratteristiche superficiali in base alla destinazione d’uso.

    Caratteristiche fondanti e vantaggi pratici

    Il tessuto non tessuto possiede una serie di vantaggi unici che lo distinguono dai tessili classici e lo rendono preferibile per numerose applicazioni:

  • Economicità: i costi di produzione sono ridotti, in quanto si eliminano molte fasi laboriose tipiche dei tessuti convenzionali.
  • Leggerezza e flessibilità: può essere prodotto con pesi molto variabili, da pochi grammi al metro quadro a spessori notevoli, mantenendo sempre una grande duttilità.
  • Traspirabilità e resistenza: grazie alla struttura variabile e modulabile, può essere reso altamente traspirante, impermeabile o resistente agli agenti chimici e biologici.
  • Possibilità di personalizzazione: può essere prodotto in rotoli, fogli o sagome di varie dimensioni e personalizzato in colori, stampabilità e texture.
  • Uso singolo e igienicità: spesso è progettato per usi “usa e getta”, facilitando il mantenimento di alti standard igienici.
  • Le sue debolezze possono coinvolgere la minore resistenza agli sforzi meccanici prolungati rispetto ad alcuni tessuti intrecciati e una limitata capacità riparativa: la rottura, infatti, comporta il danneggiamento irreversibile del materiale.

    Ambiti di impiego e diffusione nelle applicazioni moderne

    Il tessuto non tessuto, per via della sua versatilità, è oggi largamente diffuso in moltissimi settori. Alcuni dei suoi impieghi più noti includono:

  • Dispositivi medici e sanitari: mascherine chirurgiche, camici monouso, copriscarpe, teli operatori, salviette umidificate e assorbenti igienici, dove igiene, traspirabilità e basso costo sono fondamentali.
  • Imballaggi e confezionamento: borse riutilizzabili per la spesa, sacchetti per alimenti o prodotti industriali, coperture protettive, grazie alla leggerezza e resistenza del materiale.
  • Settore automobilistico e filtrazione: filtri antipolline, parti interne di veicoli, teli copriauto e materiali fonoassorbenti.
  • Edilizia e agricoltura: membrane di protezione per impermeabilizzazione, tessuto per barriere antierbaccia, coperture per serre e pacciamanti.
  • Abbigliamento e arredamento: accessori temporanei, fodere per vestiti, materiali per fiere e allestimenti, e anche come base per tappezzerie economiche.
  • Applicazioni domestiche: tovaglie usa e getta, strofinacci, panni catturapolvere e molto altro ancora.
  • La sua diffusione globale si è affermata in modo particolare a partire dagli anni Quaranta, quando fu sviluppato originariamente per impieghi militari, divenendo ben presto insostituibile in ogni contesto dove convenivano praticità, qualità e igiene. Attualmente, la produzione mondiale di TNT rappresenta una fetta fondamentale dell’intera industria tessile.

    Un futuro di tecnologia e sostenibilità

    L’evoluzione del settore tessile non tessuto continua ancora oggi grazie a una costante ricerca di tecnologie produttive sempre più avanzate e materiali innovativi. In tempi recenti si sta infatti sperimentando l’impiego di biopolimeri biodegradabili e fibre sintetiche provenienti da risorse rinnovabili per creare TNT più sostenibili dal punto di vista ambientale. L’attenzione alla circolarità e al riciclo interessa sia il settore dei materiali monouso sia quello dei tessuti riutilizzabili, spingendo l’innovazione verso prodotti facilmente smaltibili, a basso impatto e riciclabili a fine vita produttiva.

    Un altro aspetto in forte sviluppo riguarda la funzionalizzazione superficiale: i tessuti non tessuti di ultima generazione possono incorporare trattamenti antibatterici, ritardanti di fiamma, idrorepellenti o antistatici, così da incrementare la sicurezza e la durabilità del materiale in ambienti critici.

    Questo materiale è già un pilastro per numerose industrie e continuerà ad essere protagonista in progressi tecnologici e soluzioni quotidiane, rappresentando un compromesso ideale tra innovazione, praticità e rispetto per l’ambiente. Chi si avvicina per la prima volta a questo universo scopre una realtà poco visibile ma di rilevanza strategica sorprendente per l’economia moderna e la vita di tutti i giorni.

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